Nuovi paradigmi di consulenza al tempo del COVID-19

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Nuovi paradigmi di consulenza al tempo del COVID

Come dovrebbe cambiare l’approccio consulenziale in ambito Modern Workplace in un contesto fisico e psicologico imprevedibile

Oggi la customer e la employee experience sono due aspetti fondamentali per ottenere successo nelle nostre iniziative di business e questo è un concetto condiviso da lungo tempo.

Dobbiamo tenere conto che per ottenere dei buoni risultati il contesto da considerare è ampio e non solo tecnologico: la cultura aziendale in primis, la struttura delle attività operative e sicuramente l’abilitazione tecnologica.

Secondo Gartner ”entro il 2020 la capacità della forza lavoro di sfruttare in modo creativo le tecnologie digitali rappresenterà la principale fonte di vantaggio competitivo per il 30% delle organizzazioni.”*

E’ chiaro a tutti che quanto è accaduto oggi, ovvero la pandemia di COVID-19, ha accelerato i tempi e per certi versi scardinato alcuni passaggi per ottenere questi risultati.
Non è detto che questo sia un aspetto negativo, soprattutto parametrato all’aspetto culturale: chi fino a ieri dimostrava delle ritrosie o delle paure, oggi si ritrova a sperare che la propria azienda possa lavorare in smart working, che i propri dipendenti, che magari fino a ieri timbravano il cartellino, siano responsabili e autonomamente motivati e che la loro cultura si sia sviluppata  in maniera autonoma, magari anche fuori dal contesto lavorativo grazie alla condivisione social.

L’utente: dal passato al futuro in poche ore

Oggi più generazioni si trovano a collaborare sul posto di lavoro, ognuna caratterizzata da aspettative, abitudini e attitudini variegate.
Tutto questo improvvisamente, senza momenti di passaggio, riflessione, progettazione: non c’è stato modo, se non per chi aveva già avviato un processo interno all’azienda, di capire come diffondere una certa cultura, una certa tecnologia, sviluppare determinati flussi ed ottimizzare selezionati processi.

Nessun espediente “narrativo” di avvicinamento, nessun servizio su una eventuale intranet che stuzzica la collaborazione…nulla, si passa dal “foglio bianco” all’intera “enciclopedia”.

Le famose 3 “E” di Microsoft per ottenere un digital workplace ottimale ovvero:

  • Empowerment: aiutare i dipendenti ad esprimere al meglio il loro potenziale
  • Engagement: ovvero l’ingaggio costante dei membri del team in modo mirato
  • Employability: costruzione di percorsi di formazione e sviluppo per crescere costantemente

devono essere garantite in velocità, magari nascendo in maniera destrutturata, improvvisa e senza conoscerne  realmente i confini.

Il consulente: nuovi valori per garantire progetti duraturi 

La sfida viene accettata anche da noi consulenti, cambiano i paradigmi della progettazione: l’utente deve sempre rimanere al centro ma “accanto” a lui, oltre alle ereditate e polverose consuetudini aziendali, ci sono la paura, la voglia di farcela, un rinnovato “spirito di appartenenza” per l’azienda che non lo abbandona.

Questo è un regalo, sembra brutto chiamarlo così in questo momento, ma è il dono che ci fa questa triste esperienza nell’ambito lavorativo consulenziale.

Ecco delle leve in più che ci aiutano a progettare dei luoghi di condivisione moderna approvati e desiderati come non mai, ecco la vera costruzione dell’ambiente in progress, con gli utenti che giorno per giorno, provando i nostri strumenti, capiscono cosa possono fare, cosa davvero gli serve e cosa un giorno vorrebbero ottenere: una motivazione che spesso si fa fatica a costruire ma che adesso ci piomba addosso in maniera dirompente.

Il punto di attenzione spetta al consulente che deve saper gestire tutto questo, deve accogliere queste sensazioni mascherate da necessità per costruire qualcosa di realmente efficace e corrispondente ai reali obiettivi che magari in questa fase sono più tattici che strategici, ma che devono appartenere ad una strategia di lungo respiro.

Si apre un nuovo modo di lavorare che erroneamente viene percepito come dettato dalla necessità, e solo più avanti sarà accolto come normalità: da qui l’efficienza, il risparmio di costi e un miglioramento della qualità della vita ( non ora certo), chimere da sempre ricercate da manager e dipendenti che  diventeranno improvvisamente la “normalità” in uno dei periodi più oscuri dell’economia mondiale.

Noi consulenti del modern workplace oggi siamo chiamati più che mai  alla rettitudine, all’ascolto, alla capacità di discernimento: dobbiamo mettere ordine nel mare magnum delle richieste, delle aspettative e  dei processi raffazzonati.

Deve essere chiara la tattica, la strategia e la concretezza, deve esserci da parte nostra una indicazione oculata sugli investimenti e sulle tempistiche.
Dobbiamo far capire che alla fine è tutto facile perché davvero forse lo è grazie a strumenti come Teams, SharePoint, Onedrive e potrei andare avanti ancora a citarne altri.

La sfida è in corso, ma come si dice adesso “andrà tutto bene”.

 

* How to Market and Sell Digital Workplace Solutions,” Gartner, Craig Roth, 23 febbraio 2018

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Modern Workplace Consultant

 

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